Egli si ispirò ad una tradizione liturgica del IX secolo quando in diversi paesi europei, come Francia, Germania e Italia, dagli uffici quotidiani delle ore si cominciarono a rievocare le principali scene evangeliche con brevi dialoghi.
L'adorazione dei pastori e dei magi che animavano il tema della Natività ispirarono nel Monastero di Benediktburen, lo stesso da cui presero il nome i Carmina Burana, la rappresentazione del Natale con decine di personaggi e varie scene tra cui primeggiava quella del presepe che in latino significava greppia o stalla.
Nel 1223 San Francesco decise di celebrare in una grotta vicino a Greccio, là dove sorge il convento, il ricordo della Natività per rinfocolarne la tradizione.
Ancora oggi a Greccio si tiene il presepe vivente; presepio che si è diffuso in tanti luoghi in Italia.
Il presepe inanimato, così come viene allestito nelle case, è successivo a quello di Greccio; il più antico ancor oggi conservato è quello di Arnolfo di Cambio, nella basilica di S. Maria Maggiore a Roma, ma i presepi più celebri furono creati dagli artigiani napoletani nei secoli XVII e XVIII; ancor oggi in via San Gregorio Armeno ne continuano la straordinaria tradizione.
Abbiamo
collezionato negli anni il nostro presepio costituito da statuine di
legno scolpite pur conservando ancora le statuine di cartapesta di
quando eravamo bambini. Soltanto la capanna in sughero appartiene a
quella stagione.
nel
nostro presepio c'è anche un focherello e la fontanella dell'acqua,
rigorosamente acquistata a Napoli in via di San Gregorio Armeno vero
bengodi per gli appassionati.
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