La mostra aperta dal 27 settembre si è chiusa il 4 novembre e presentava dipinti cremonesi dal Cinquecento al Settecento; a noi è dato vedere solo due quadri giacchè gli altri esposti sono stati venduti fortunatamente a cremonesi.
la demolita Chiesa di S. Domenico (dal web)
Ma chi era l'ultimo priore a cui sono appartenuti i quadri di pittori importanti nel mondo artistico lombardo e cremonese dell'epoca come Giulio Campi, Francesco Boccaccino, il Nuvolone, il Malosso, il Chiaveghino ecc.? Si tratta di Giuseppe Bonfichi (1755 - 1840), lodigiano, ultimo priore e primo e unico parroco di San Domenico, successivamente canonico della cattedrale e parroco di S. Agata.
Il complesso dei quadri poco meno di una decina proveniva dal convento e almeno tre dalla chiesa di San Domenico e uno dalla chiesa di San Luca, sussidiaria di S. Agata.
La grande importanza di questa mostra preparata nei mesi torridi dell'estate scorsa è quella di aver permesso di vedere (e acquistare) tele mai esposte al pubblico negli ultimi secoli e squarciare il velo sui tesori di una chiesa (seconda solo al duomo) importantissima e ricca di tesori poco conosciuti e poco studiati nella loro consistenza. La sala S. Domenico allestita nella Pinacoteca Civica che raccoglie un nucleo dei dipinti provenienti dalla chiesa demolita nel 1868 dopo 70 anni di abbandono e declino, non è sufficientemente rappresentativa dello splendore originario, basti dire che del monumentale polittico dell'altare maggiore composto da 16 tavole, se ne conoscono solo due.
Francesco Boccaccino - San Domenico
qui sopra una delle due tele, l'altra S. Giovanni Evangelista di Giacomo Guerrini su lastra di rame, ammirate durante l'illustrazione della mostra da parte dello storico dell'arte Marco Tanzi.
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