mercoledì 29 febbraio 2012

Lunario mese di Marzo



Parco dedicato ai Caduti di Nassirya



MARZO



Il nome del mese latino Martius deriva dal dio Marte, signore delle armi, divino padre dei Gemelli di Rea Silvia e per estensione di Roma, colui che proteggeva la comunità. Al dio era dedicato il primo mese del calendario romano.

Nel nostro calendario Marzo è il terzo mese dell'anno in cui tuttavia inizia il calendario astronomico e in cui cade l'equinozio di primavera.




Santi e Ricorrenze


  8/3 Festa della donna
19/3  San Giuseppe
21/3  Equinozio di primavera
25/3  Annunciazione del Signore
 







Poesia del mese


Che dice la pioggerellina di Marzo?



Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell'orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d'oro?

Passata è l'uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia,
domani uscirà Primavera
guernita di gemme e di gale,
di lucido sole,
di fresche viole,
di primule rosse, di battiti d'ale,
di nidi,
di gridi,
di rondini ed anche
di stelle di mandorlo, bianche...

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell'orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d'oro?

Ciò canta, ciò dice:
e il cuor che l'ascolta è felice.
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell'orto.

                              Angiolo Silvio Novaro


Il proverbio del mese


Marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l'ombrello




La ricetta del mese




coniglio alla maniera di Angela
(coniglio alla ligure)




Tagliare a pezzi piccoli il coniglio, lavarlo e asciugarlo bene.
Farlo rosolare in olio abbondante, salare e pepare abbondantemente.
Quando è ben rosolato e dorato, aggiungere un trito di cipolla – aglio 2 spicchi - rosmarino, salvia, alloro, timo, un pizzico di origano.
Far rosolare a parte mezzo fegato del coniglio, tritarlo finissimo e aggiungerlo.
Aggiungere anche un cucchiaio di pomodoro tritato.
Bagnare sovente il coniglio con vino bianco secco in modo che non asciughi mai troppo.
A 3/4 d’ora di cottura a fuoco lento aggiungere olive a piacere.

Tempo di cottura completa 2 ore circa. Usare se possibile un tegame di terracotta.





 Segno dello zodiaco: Ariete

lunedì 27 febbraio 2012

Diario di viaggio d'altri tempi




                                                              Viaggio in Sardegna











                                         Costa Smeralda    -   Panorama di Porto Cervo








Lunedì 14.IX.1970
Partenza da Sa Caletta alle h. 8.45; km. 21013
1° Passaggio per Orosei senza alcuna sosta.
1^ tappa: Dorgali= 1° incontro con caratteristico paesaggio sardo, (costumi) e con vigile urbano: pagata multa per sosta vietata.
2^ tappa: Cala Gonone: si devia in direzione di un ipotetico villaggio nuragico – Su Naracheddu – panorama bello, strada meno bella. Ritorno sulla retta via e attraverso un tunnel raggiungiamo Cala Gonone. Visita in barca alla Grotta del Bue Marino (non visto neanche piccolo vitello) con accompagnatore dalla caratteristica vena oratoria (testo biblico) e con una quindicina di suore. Entrata e barca £. 800. Pranzo da Su Cinesu h. 13.30; dopo lunga attesa rallegrata da alcuni bicchieri di rosso rosato di Dorgali, arriva l’ormai insperato pranzo; ore 15 sosta su piccola spiaggetta perché impossibilitate a proseguire per i fumi dell’alcool. Poi ritorno a Dorgali dove imbocchiamo la strada per Oliena.
A 6 km. dalla meta, su strada alquanto dissestata e assai poco frequentata: la catastrofe; la macchina si ferma e non riparte. Rimaniamo in attesa, dopo vari tentativi per scoprire il guasto, quando un gentil Nuorese si ferma tentando di venirci in aiuto. Purtroppo ogni suo sforzo risulta vano, ma ecco sopraggiungere 2 camionisti, che impietositi, si fermano e dopo un consulto senza risultato, decidono di trainarci sino ad Oliena (nuova esperienza!) dove c’è un meccanico.
3^ tappa: Oliena: scoperto il guasto e rimessa in moto l’auto, si riparte precedute dai camionisti alla volta di una Cantina Sociale per l’acquisto, previo assaggio, dei vini locali (£ 900). Desiderose di sdebitarci per la grazia ricevuta invitiamo i baldi giovani in un bar, ma finiamo con l’essere loro ospiti. Ma la loro generosità non finisce qui, ci fanno strada fino a Nuoro, accompagnandoci dal meccanico che visiteremo domani.
4^ tappa: Nuoro – pernottiamo all’albergo E.S.I.T. (£ 1.800) a 1000 m. sull’Ortobene.

(Percorsi Km. 139)



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Martedì 15.IX.1970
Partenza alle h.
8.30; km. 21152
Dopo aver sostato dal meccanico per il cambio delle puntine, verso le 10 si inizia il giro. All’uscita da Nuoro si imbocca la strada per Orgosolo, luogo famoso per i rapimenti, per cui Etta ha iniziato il suo rosario di giaculatorie e preghiere varie.
1^ tappa: Orgosolo – da notare ingenti forze di polizia ovunque. Paese molto ridente e soleggiato dove però la gente non ama farsi immortalare. Infatti scorte due vecchiette in costume sedute sui gradini della chiesa, formanti un grazioso quadretto, chiediamo loro di farsi fotografare, ma si allontanano rapidamente dicendo di non aver tempo. Comunque i costumi vengono indossati solo in occasioni particolari.
2^ tappa: Mamoiada.
3^ tappa: Fonni (alt. m. 1000), proseguiamo per Desulo, centro principale della Barbagia. Lungo la strada bassa notiamo dapprima una moto abbandonata, poi un uomo che ci fa cenno di fermarci; considerando che la strada era interrotta e pensando che volesse avvertirci di questo, ci fermiamo. La sua richiesta di un passaggio ci coglie di sorpresa, ma non possiamo far altro che farlo salire, non molto fiduciose per quanto riguarda il tragitto ancora da percorrere fino a Desulo. (km. 12)
Tutto si svolge per il meglio: il poveretto voleva veramente solo un passaggio e pur dimostrandosi non molto loquace, non ha intenzioni ostili.
4^ tappa: Desulo – si scarica l’ospite con un lungo sospiro di sollievo, in particolare da parte di Etta, tenendo conto che lo aveva alle spalle, e di lui non rimane che una formidabile puzza di caprone. Finalmente ci è data la possibilità di vedere i costumi caratteristici del posto.





Desulo    costumi




5^ tappa: Aritzo – si pranza (£ 1.300)
6^ tappa: Seulo – lo raggiungiamo attraverso una strada di incomparabile bellezza.



 

panorama di Ussassai





7^ tappa: Lanusei – passando da Ussassai


arriviamo al paese e dopo averlo attraversato ci fermiamo lungo la strada per cogliere i famosi fichi d’india. Non l’avessimo mai fatto! i fichi li abbiamo raccolti, ma in compenso ci siamo riempite le mani di spine tanto da essere costrette a tenere le mani aperte. In queste condizioni arriviamo a Tortolì.
8^ tappa: Tortolì – si pernotta all’albergo Victoria (£ 1.450).
(Percorsi Km. 210)







continua...

giovedì 23 febbraio 2012

Convegno TCI

Paesaggi Identitari







si è tenuto la settimana scorsa un'importante convegno organizzato dal Touring, Club di Territorio di Cremona, col patrocinio di Camera di Commercio, Provincia e Comune di Cremona e con l'intervento di numerosi relatori e le conclusioni finali del Presidente del Touring Club Italiano Franco Iseppi.


il pioppeto dal sito http://ecomuseo.provincia.cremona.it


L'argomento esaminato riguardava il territorio cremonese, padano e mantovano come fattore di formazione dell'identità di un luogo.
Estremamente interessante anche la presentazione degli ecomusei (cui è dedicato un sito) disseminati per la Provincia.

tombe morte - i tredici ponti


Alcuni di questi caratteristici angoli di territorio si potranno visitare nel corso di tre brevi escursioni organizzate dal Club di Territorio di Cremona.


insediamento urbano di San Rocco

sabato 31/3 alle ore 14,00 si partirà alla volta di Dovera (CR) dove si potrà visitare l'insediamento urbano di San Rocco, con l'oratorio omonimo cinquecentesco affrescato dai Piazza, il mulino ancora funzionante, il fiume Tormo alimentato dalle risorgive e la strada romana Regina che univa Mediolanum a Cremona. Seguiranno altre due escursioni all'interessante nodo idrologico detto delle tombe morte e ai campi baulati del casalasco.
Al convegno hanno partecipato anche cinque scolaresche appartenti ad Istituti di indirizzo turistico.

lunedì 20 febbraio 2012

Festeggiamo il carnevale!

il clima in generale è un po' pesante e allora non rifuggiamo dal festeggiare degnamente il carnevale




basta poco, due frittelle, purchè ripiene di crema, una coppa di passito e leggerezza d'animo.


BUON CARNEVALE A TUTTI!!!

mercoledì 15 febbraio 2012

un pomeriggio d'evasione

è quello che ci siamo presi ieri per visitare il tempio Sikh di Pessina Cremonese (CR).



di questa costruzione non ancora terminata, quest'autunno all'apertura, ha parlato la stampa nazionale ed internazionale.  Di grandi dimensioni per un bacino di utenza che appartiene a varie province può contenere fino a 2000 persone; la domenica che è il giorno più affollato ospita circa 600 persone, per esigenze lavorative sono scarsissimi i fedeli di tutti i giorni anche se vi è l'obbligo, impegni permettendo, di  recarsi al tempio quotidianamente.



Si entra a piedi nudi e con il capo coperto in una grande stanza con annessa cucina dove i sikh suddivisi tra uomini e donne seduti in terra consumano il cibo; sono strettamente vegetariani e non bevono alcoolici, nè fumano. Alla parete i ritratti del I e del X guru e sotto di loro la cassa per le offerte. Il tempio si chiama infatti gurdwara, l'abitazione del maestro.


                               
la cucina attrezzata con le fiamminghe e i bicchieri in acciaio per servire i pasti; i fedeli vi passano gran parte della giornata seduti in terra.




ma il cuore del tempio si trova al primo piano dove sotto un baldacchino e un tessuto prezioso è conservato il sacro libro, considerato un guru vivente e pertanto non viene mai lasciato incustodito.






da notare le decorazioni con il motivo tradizionale del coltello a doppia lama.


strumenti musicali caratteristici usati per accompagnare i canti

Dopo averci ricordato che Singh, che deriva dal sanscrito e che è parte integrante del nome di ogni sikh, significa leone, ma anche avendo tutti lo stesso cognome indica il superamento di ogni casta oltre che a sottolineare il coraggio degli uomini sikh.

Richiamiamo anche le 5 k ossia l'obbligo di indossare il turbante al di sotto del quale c'è un piccolo pettine, la spada sacra, il braccialetto al braccio destro come monito per non compiere cattive azioni, non tagliare mai capelli e barba e portare le mutande.




ed infine ecco il riepilogo  del messaggio principale dettato dal Sri Guru Granth Sahib:

"esiste un Dio solo per tutti
tutte le persone del mondo sono uguali, sia donne che uomini hanno gli stessi diritti
parla e vivi in sincerità
controlla i cinque vizi
vivi nel hukam (volere, ordine) di Dio
esercita umiltà, gentilezza, compassione e amore per tutti"


I sikh oltre che amanti di fiori e acque sono molto ospitali e infatti dopo la visita ci offrono alcuni cibi sia dolci che salati preparati da loro.

all'uscita per completare un pomeriggio perfetto assistiamo ad uno strepitoso tramonto di metà febbraio

martedì 14 febbraio 2012

Lunario mese di Febbraio

Santi e Ricorrenze



14/2



San Valentino



 dal sito Santi e Beati







San Valentino, cittadino e vescovo di Terni dal 197, divenuto famoso per la santità della sua vita e per i miracoli che fece, venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino, perché gli guarisse il figlio infermo da alcuni anni. Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo insieme alla famiglia ed ai greci studiosi di lettere latine Proculo, Efebo e Apollonio, insieme al figlio del Prefetto della città. Imprigionato sotto l’Imperatore Aureliano fu decollato a Roma di notte. Era il 14 febbraio 273. Il suo corpo fu trasportato e sepolto a Terni in una basilica che ancora oggi è meta di pellegrinaggi da tutto il mondo.
Il suo culto durante il Medioevo si diffuse in Europa grazie ai benedettini e fu proprio in Francia e in Inghilterra che, a causa del calendario giuliano dove in realtà il 14 febbraio corrispondeva alla fine del mese, cominciarono a circolare dei proverbi che annunciavano l'imminente primavera e l'accoppiamento degli uccellini e insieme nacque la festa dei fidanzati che in Inghilterra fin dal secolo XV si scambiavano bigliettini scherzosi; San Valentino acquisì il patronato sugli innamorati sebbene non li avesse mai favoriti o protetti.  

domenica 12 febbraio 2012

I menu del Quirinale

Dalla pubblicazione dell'Accademia Italiana della Cucina


dal web


Tra le numerosissime iniziative che hanno accompagnato l'anno del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia che sta per concludersi, l'Accademia Italiana della Cucina ha pubblicato un interessante volume dedicato ai menu del Quirinale e all'evoluzione degli stessi nell'arco dei 150 anni dal 1861 al 2011 nell'ambito dei pranzi di rappresentanza.



 
dal web


L'evoluzione sia dei contenuti che della lingua in cui sono scritti questi documenti attesta anche un mutamento nei gusti e della vita stessa degli Italiani.

Nel periodo considerato si sono succeduti 4 re e 11 Presidenti della Repubblica; l'attuale Presidente oltre ad aver firmato la prefazione al volume ha ricevuto la delegazione dell'Accademia che gli ha fatto omaggio del libro.

Si rimanda al sito www.accademiaitalianacucina.it  per conoscere un po' meglio questa benemerita Associazione voluta da Orio Vergani e dove si può vedere il video della presentazione del volume al Quirinale.

mercoledì 8 febbraio 2012

Le castagnole

Nonostante il clima sia meteorologico che economico non sia dei migliori ci stiamo inoltrando nel periodo carnevalesco che culminerà con il martedì grasso il 21 febbraio prossimo; è pertanto tempo di cominciare a preparare qualche tipico dolce di carnevale.


Iniziamo con uno dei più semplici e veloci: le castagnole da noi detti "camandoli".







I camandoli della Vanda
(dal ricettario di famiglia)
Ingredienti: 600 g farina, 4 uova, 1 etto e mezzo di burro, 2 etti di zucchero, una tazzina di rum, una bustina di pane angeli buccia di limone grattugiata.
Fare una pasta soda tagliare a gnocchetti e friggere; cospargere di zucchero a velo.

martedì 7 febbraio 2012

Diario di viaggio d'altri tempi

 
E' ora il momento di parlare di un'altra grande passione di Etta: i viaggi.

Il primo, avvenne nel settembre 1970 in compagnia di un'amica; due settimane in Sardegna. La prima settimana trascorsa al Villaggio TCI della Maddalena soggiornando nei mitici gusci e la seconda in giro in macchina per l'Isola.

Il tutto è documentato nel diario che veniva redatto giornalmente e completato con i chilometri percorsi e le spese sostenute. Le foto allegate evocano luoghi ormai profondamente cambiati.
 
 
 
 
 
 
 
Viaggio in Sardegna
 
 
 


 
Dedicato a Chi non è più con me
Senza di Lei non sarebbe mai stato realizzato

                             
Alba al Villaggio TCI della Maddalena Capo Cannone


Isola di Caprera - i due mari


                                     Arcipelago della Maddalena - Isola di Spargi - la spiaggia



 
                                                            Tramonto al Villaggio 






Le immagini si riferiscono al soggiorno nell'Arcipelago della MaddalenaNella seconda settimana di permanenza sull'isola

Si parte per il giro della Sardegna!
Domenica 13.IX.1970


1^ tappa: Capo d’Orso (ma l’orso non l’abbiamo visto).



2^ tappa: assistiamo ad Arzachena ad una processione in costume per la festa della Madonna della neve.


3^ tappa: Costa Smeralda: Liscia di Vacca, Porto Cervo, Cala di Volpe, Ramazzino; ci appare un paesaggio fiabesco.
La Costa Smeralda



Costa Smeralda   -  Liscia di Vacca

 
4^ tappa: Golfo degli Aranci: non effettuata per incendio doloso.
5^ tappa: Olbia, ore 15.30 sosta per pranzo (£ 1.900).
6^ tappa: Siniscola: varie ricerche di bar con caffè senza esito.
7^ tappa: Sa Caletta (Siniscola). Alloggio notturno in un albergo in costruzione. (£ 1.000 pernottamento)
totale Km. percorsi 174. 


 continua...

lunedì 6 febbraio 2012

Lunario mese di Febbraio

Ricorrenze



6/2/1992







Padre David Maria Turoldo







 Padre David Maria (al secolo Giuseppe) Turoldo era nato a Coderno in Friuli il 22 novembre 1916 da una famiglia poverissima. A 13 anni entrò nell'ordine dei Servi di Maria e nel 1940 fu ordinato sacerdote.

Dal 1943 al 1945 a Milano partecipò alla Resistenza fondando un foglio clandestino "L'Uomo". A causa di incomprensioni con le Autorità Ecclesiastiche nel 1954 fu costretto a lasciare l'Italia e si recò nelle varie Case dei Serviti all'estero.

Rientrò dopo qualche anno a Firenze accolto dall'amico Giorgio La Pira, allora sindaco della città.
Fu a Udine e infine a Fontanella di Sotto il Monte presso l'antica Abbazia di S. Egidio che fece restaurare e che divenne dal 1964 un grande centro di spiritualità e di richiamo denominato "Casa di Emmaus" dove visse fino alla fine dei suoi giorni e dove riposa.

La sua morte è avvenuta per malattia a Milano il 6 febbraio 1992, ricorre pertanto il ventennale dalla scomparsa.

Enorme fu la sua produzione poetica e letteraria ma fu sprattutto come ebbe a dire Monsignor Ravasi "un cantore della Bibbia" in particolare con la ripresa poetica dei tre libri del Salterio,  il Cantico dei Cantici e il Qochelet.




Da "Nel segno del Tau"
 
È TEMPO, AMICO
 
Certo per me, amico, è tempo
di appendere la cetra
in contemplazione
e silenzio.
 
Il cielo è troppo alto
e vasto
perché risuoni di questi
solitari sospiri.
 
Tempo è di unire le voci,
di fonderle insieme
e lasciare che la grazia canti
e ci salvi la Bellezza.
 
Come un tempo cantavano le foreste
tra salmo e salmo
dai maestori cori
e il brillio delle vetrate
e le absidi in fiamme.
 
E i fiumi battevano le mani
al Suo apparire dalle cupole
lungo i raggi obliqui della sera;
e angeli volavano sulle case
e per le campagne e i deserti
riprendevano a fiorire.
 
Oppure si udiva fra le pause
scricchiolare la luce nell'orto, quando
pareva che un usignolo cantasse
"Filii et Filiae", a Pasqua.

domenica 5 febbraio 2012

Lunario mese di Febbraio

Santi e Ricorrenze



5/2



Sant'Agata Vergine e Martire



dal sito Santi e Beati






Nasce a Catania nel 235 (?)  e muore il 5/2/251.
Agata il cui nome significa "buona" apparteneva ad una ricca e nobile famiglia catanese, il padre Rao e la madre Apolla, proprietari di case e terreni coltivati, sia in città che nei dintorni, essendo cristiani, educarono Agata secondo la loro religione. Sui 15 anni, sentì che era giunto il momento di consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e durante una cerimonia ufficiale chiamata ‘velatio’, le impose il ‘flammeum’, cioè il velo rosso portato dalle vergini consacrate.    

Il
 
proconsole di Catania Quinziano, ebbe l’occasione di vederla e se ne incapricciò e non riuscendo a convincerla la obbligò a frequentare Afrodisia ed il suo mondo corrotto ma quest'ultima dovette ammettere che Agata "aveva la testa più dura della lava dell'Etna".

Venne sottoposta a svariate torture fra cui l'asportazione dei seni con le tenaglie e il letto di carboni accesi che non riuscirono a bruciare il velo rosso che indossava.

Nella cella riceve la visita di S. Pietro con un angelo che le cura le ferite.
 

Dopo un anno esatto dalla morte, il 5 febbraio 252, una violenta eruzione dell’Etna minacciava Catania, molti cristiani e cittadini anche pagani, corsero al suo sepolcro, presero il prodigioso velo che la ricopriva e lo opposero alla lava di fuoco che si arrestò; da allora S. Agata divenne non soltanto la patrona di Catania, ma la protettrice contro le eruzioni vulcaniche e poi contro gli incendi. 
   
Nel 1040 le reliquie della santa, furono trafugate dal generale bizantino Giorgio Maniace, che le trasportò a Costantinopoli; ma nel 1126 due soldati della corte imperiale, il provenzale Gilberto ed il pugliese Goselmo, le riportarono a Catania dopo un’apparizione della stessa santa, che indicava la buona riuscita dell’impresa; la nave approdò la notte del 7 agosto in un posto denominato Ognina, tutti i catanesi risvegliatasi e rivestitasi alla meglio, accorsero ad onorare la “Santuzza".

Ed è proprio per ricordare il rientro delle reliquie avvenuto di notte che durante i fastosi festeggiamenti che ogni anno si tengono a Catania per 3 giorni che i fedeli indossano il "sacco" bianco.









Sant'Agata a Cremona




Nella chiesa dedicata alla santa catanese oltre alle quattro tele che si trovano nel presbiterio dipinte da Giulio Campi e ispirate al martirio di S. Agata, si conserva sotto una grata settecentesca posta sull'altare di una cappella della navata destra, la preziosissima tavola di S. Agata di autore ignoto di area settentrionale della fine del XIII secolo che raffigura da un lato Madonna con Bambino e scena della Pentecoste e dall' altra le storie della Santa. 

La tavola rappresenta l'involucro della reliquia detta "tavola dell'angelo", piccola lastra di marmo incisa con le parole" Mentem Santam Spontaneam Honorem Deo Et Patriae Liberationem", proveniente dal sepolcro e chissà come arrivata fin qui.









foto di E. Q.