lunedì 24 marzo 2014

Alla scoperta dei tesori in città




Il Torrazzo si sa è il simbolo di Cremona, la torre più alta in Europa in muratura, costruito con 7 marcapiani che rappresentano i pianeti e il coronamento ottagonale come il battistero in cima infine la palla con all'interno reliquie di santi è costituito da due parallelepipedi uno dentro l'altro e nell'intercapedine l'interminabile scala di 502 gradini.


Ma all'interno è custodito uno dei più antichi e preziosi meccanismi funzionanti, così come a Brescia, Venezia e Padova, ma molto più grande: l'orologio astronomico costruito da G. B. Divizioli, cremonese, nel 1583.  








Questo enorme meccanismo riunito in una stanza eccezionalmente aperta per la nostra visita si raggiunge dopo una salita di 150 gradini. Si compone di tre parti: la suoneria collegata alle 7 campane, ognuna dedicata ad un santo, attualmente disattivata ma potenzialmente funzionante e ddeputata ai rintocchi con il "ribotto".


 



La "macchina del tempo" di cui sentiamo il regolare "pulsare" collegata attraverso un'asta che ruota completamente ogni ora al quadrante dell'orologio di cui ammiriamo la parte interna.

 

Ogni parte funziona tramite dei pesi adeguati; il quadrante dell'orologio che funziona da mezzo millennio riporta le 24 ore per cui ad esempio guardando la lancetta dell'orologio posta orizzontalmente a destra si leggono le ore 18 anzichè le odierne ore 15.  




Dato che all'epoca il riferimento era l'astro del sole nella stessa stanza c'è il foro attraverso cui si proietta il raggio del sole sia sulla parete che sul pavimento.




 



Nella torre un poco più su è stata allestita una stanza multimediale per descrivere le caratteristiche dell'orologio che ha un diametro di m. 8.40 contro gli otto metri del Big Ben.

L'orologio che viene caricato ogni mattina indica oltre alle ore, il movimento del sole, annuo, della luna, 28 giorni, i pianeti e i segni zodiacali e fatto raro la linea del drago che segnala le eclissi ossia le congiunzioni sole/luna che si verificano ogni 18 e rotti anni naturalmente in ogni parte del mondo anche se non visibili per noi.


 


Alla fine della visita guidata riprendiamo la salita per ammirare anche se dall'alto, e non direttamente le sette campane di peso variabile, ma comunque mastodontiche  e la magnifica vista che da là si gode. (nelle giornate limpide si vede il duomo di Brescia)



domenica 16 marzo 2014

Turisti a Tavola: il Ponente Ligure

Turisti a Tavola


Si è svolta qualche tempo fa la 16^ serata del percorso turistico gastronomico ideato dal Consolato Touring di Cremona dedicato alla conoscenza delle regioni italiane e alle eccellenze del territorio. La serata ha avuto come tema Il Ponente Ligure ed in particolare tre "chicche" suggerite dal Console di Genova: Toirano con le grotte, il Museo Etnografico ed il Borgo Medievale; La Baita, azienda agricola e agriturismo nelle vicinanze di Borghetto d'Arroscia e del parco Naturale regionale del Monte Beigua ed infine Sassello famoso per l'amaretto.










 Il menù della serata comprendeva antipasti tipici come la farinata e le olive taggiasche, la frittata coi bianchetti e i crostini con patè di olive.





nella foto in alto anche ottimo pesce azzurro fritto in pastella


Per primo trofie al pesto, un classico della cucina ligure, per secondo stoccafisso in umido alla ligure e carciofi di Albenga



 

Il dessert; amaretto di Sassello, crema di semolino fritta e arance al Pigato.



  


Il Vermentino e il Pigato hanno abbondantemente accompagnato i piatti gustati.

Infine ogni volta vengono enumerati i punti di contatto storici e artistici che legano la località considerata con Cremona. Ne vengono tra i tanti ricordati quattro:

la via Postumia costruita nel 148 a. C. per esigenze militari,collegava Genova con Aquileia e attraversava Cremona lungo il decumano massimo.
Uberto Pallavicino (1197 - 1269) signore di Cremona, stringeva importanti contratti commerciali con Genova, Venezia e Montpellier
Leonida Bissolati (1857 - 1920) promotore dei primi scioperi nel cremonese, partecipò a Genova alla fondazione del Partito Socialista Italiano e diresse il quotidiano l'Avanti.
Sofonisba Anguissola (1530 - 1625) pittrice cremonese sposò in seconde nozze il capitano Orazio Lomellini e visse a Genova per oltre 30 anni. 

 

sabato 1 marzo 2014

Lunario mese di Marzo

MARZO




La Grande Croce, una croce astile in argento che è sicuramente un capo d’opera non solo del Tesoro, ma dell’oreficeria quattrocentesca lombarda visto che è stata realizzata nel 1478 da due orefici: il milanese Ambrogio Pozzi ed il cremonese Agostino Sacchi. Questi due nomi con la data di esecuzione sono incisi a niello sulla base del piedestallo della croce vera e propria che si appoggia ad un complesso basamento aggiunto nel 1775 e realizzato da Giuseppe Berselli su disegno di Giovanni Manfredini.




SANTI E RICORRENZE



4/3 Martedì grasso il termine del Carnevale
5/3 Le Ceneri
7/3 S. Felicita
19/3 S. Giuseppe
21/3  S. Benedetto
25/3 Annunciazione del Signore
31/3 S. Beniamino Martire




LA POESIA DEL MESE


MARZO


Nei boschi, da sera a mattina,
si schiudono fresche sorprese:
leggero sui prati cammina
Marzo, incantevole mese.

Ancora non c'è l'usignolo
ricolmo di note e di trilli,
ma lungo le prode e nel brolo
già fremono e parlano i grilli.
E, guarda, la siepe s'è desta
coperta di fiori, odorosa;
il pesco s'ammala di festa
schiudendo i suoi petali rosa.
C'è pioggia, c'è vento, c'è Sole:
è Marzo, ogni cosa ha un incanto:
è Marzo che piange e non vuole..
che mostra il sorriso tra il pianto.



                                                             Alfred de Musset



IL PROVERBIO DEL MESE


Per San Benedetto
la rondine sotto il tetto.
Per  l'Annunziata è finita l'invernata.
Se Marzo non marzeggia,
Aprile non verdeggia.


LA RICETTA DEL MESE


Filetti di merluzzo ai carciofi





 I filetti di merluzzo ai carciofi sono un secondo piatto leggero, ma al tempo stesso gustoso, che sposa il sapore delicato del merluzzo a quello deciso dei carciofi con un risultato che saprà sorprendervi.

I filetti di merluzzo ai carciofi sono ottimi se preparati con i filetti di merluzzo fresco, ma vengono benissimo anche con quello surgelato purchè sia di buona qualità. Lasciarlo però scongelare in frigorifero prima di cucinarlo.

Tratto da: http://www.lospicchiodaglio.it/ricetta/filetto-merluzzo-carciofi#ixzz2vVEDy8gp



INGREDIENTI


PREPARAZIONE

  • Lavare i carciofi, togliere le foglie dure più esterne fino ad ottenere i cuori formati solo da foglie chiare e tenere, tagliare le punte. Tagliarli a metà, eliminare il fieno, ridurli a spicchietti e metterli in acqua acidulata con il limone. E’ possibile utilizzare anche i primi 8-10 centimetri del gambo. Togliere la parte esterna più coriacea con un pelapatate e tagliarli a fette di mezzo centimetro di spessore. Mettere anch’essi nell’acqua acidulata.
  • Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle con la mezzaluna su un tagliere.
  • Scaldare il brodo.
  • Mettere in una padella metà olio con la cipolla pelata e tritata finemente. Farla dorare dolcemente per 2-3 minuti, quindi unire i carciofi ben scolati e farli saltare a fiamma vivace per un paio di minuti.
  • Abbassare il fuoco, aggiungere un mestolo di brodo, un cucchiaino di prezzemolo tritato e lasciar proseguire la cottura per 10 minuti circa. Se il fondo di cottura dovesse asciugarsi troppo aggiungere altro brodo vegetale.
  • A fine cottura unire una grattugiata di pepe e regolare di sale.
  • Sciacquare i filetti di merluzzo sotto acqua fresca corrente e tamponarli con carta da cucina.
  • Infarinarli.
  • Scaldare in un'ampia padella il restante olio e rosolare i filetti di pesce un paio di minuti per lato, girandoli molto delicatamente con una paletta. Salarli.
  • Unire i carciofi con il loro fondo di cottura, un paio di cucchiai di brodo vegetale e cuocere coperto a fiamma media per 10 minuti. Di tanto in tanto smuovere delicatamente il pesce e i carciofi con una paletta e aggiungere altro brodo se il fondo di cottura dovesse asciugarsi troppo.
  • Trascorso il tempo indicato scoperchiare, alzare la fiamma e far asciugare.
  • Servire decorando con il prezzemolo.


AUTORE

Ricetta realizzata da . Fotografia di Giovanni Caprilli. Tutti i diritti riservati.





 L'albero dell'Ariete: l'ontano





I Celti lo consideravano sacro; probabilmente per la sua proprietà di resistere indefinitamente all'acqua tant'è vero che le prime case europee vennero costruite nei laghi su palafitte di ontano, così come in Irlanda fino a qualche decennio fa i secchi e i recipienti per il latte. Le foglie rimangono verdi fino a quando cadono nella sagione avanzata. L'ontano con i suoi rami contorti ha evocato maghi e stregheche si diceva fabricassero con questo legno dei fischietti per richiamare i venti distruttori.