giovedì 31 maggio 2012

Lunario mese di Giugno

Giugno


Cremona - giardini pubblici Giovanni Paolo II




 deriva dal romano Iunius ma come detto anche per il mese precedente, gli stessi romani non ne conoscevano l'etimologia ovvero davano addirittura tre spiegazioni delle quali la prima sembrerebbe la più corretta.

Iunius deriverebbe da Iuno = Giunone

da iuniores in contrapposizione a maius quale mese dedicato ai maiores, gli anziani

da Iunius Brutus diventato primo console romano alle calende di giugno dopo aver cacciato Tarquinio il Superbo in questo modo si sarebbe celebrato il liberatore di Roma dalla tirrannia.

Dalla dedicazione del mese a Giunone sposa di Giove, deriva la tradizione romana di celebrare i matrimoni nel mese di giugno.

Santi e Ricorrenze

    2/6  Anniversario della Repubblica
10/6  Corpus Domini
10/6 S. Pantaleone
13/6  S. Antonio di Padova
24/6  S. Giovanni Battista
29/6  SS. Pietro e Paolo



Il proverbio del mese
 
di maggio ciliegie per assaggio, di giugno ciliegie a pugno




La poesia del mese


 
Recanati colle de l'Infinito




L'Infinito

 
«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare»
Giacomo Leopardi



 La ricetta del mese


La Caponata





Ingredienti per 6 persone: 500 g di melanzane a polpa soda e compatta, 2 cipolle, 200 g di costole di sedano, 150 g di olive Nocellara del Belice denocciolate, 500 g di polpa di pomodoro, 2 cucchiai di capperi di Pantelleria sotto sale, 20 g di pinoli, 20 g di uvetta passa, 1 dl di aceto di vino rosso, 25 g di zucchero, 1,5 dl di olio di oliva, sale grosso, sale, pepe.

Preparate le verdure: mondate il sedano privandolo dei filamenti più duri, quindi tagliatelo a pezzetti e sbollentatelo per 3 -4 minuti; scolatelo e tenetelo da parte. Affettate ad anelli le cipolle dopo averle sbucciate.

Lavate bene le melanzane e tagliatele senza pelarle a dadini piuttosto piccoli. Raccoglieteli in uno scolapasta, ricopriteli di sale grosso e fateli spurgare per almeno 30 minuti. Trascorso questo tempo scolateli, passateli in acqua fredda eliminando il sale, strizzateli bene e asciugateli.

Versate metà dell’olio in un tegame e quando sarà ben caldo unite i dadini di melanzana, insapori teli con sale e pepe, quindi lasciateli rosolare a fuoco vivo. Scolateli con una schiumarola e teneteli da parte.

Versate l’olio di cottura delle melanzane e quello restante in un tegame, unite le cipolle e fatele cuocere finché saranno morbide e trasparenti, ma non troppo rosolate. Aggiungete il sedano e le olive, mescolate e versate la polpa di pomodoro oppure 300 g di pomodori ramati a dadini. Salate e proseguite la cottura per 10 minuti.

Unite i capperi sciacquati dal sale, le melanzane, i pinoli, l’uvetta ammollata per 10 minuti e strizzata, l’aceto in cui avrete sciolto lo zucchero e portate a cottura per circa 20 minuti. Versate in una ciotola e servite tiepido o freddo.

(da La grande cucina regionale – Sicilia – ed. CORRIERE DELLA SERA)




Segno Zodiacale: Cancro

 



Bulgaria

Tradizioni e folklore






Il viaggio in Bulgaria rivela immediatamente la volontà degli abitanti di preservare le tradizioni popolari nonostante l'attrazione per una modernità occidendale a lungo vagheggiata.

Il periodo di visita era propizio per gli addobbi e le decorazioni pasquali negli alberghi, nelle case private e perfino in strada


















sulla tavola





Domenica 8 aprile, per noi Pasqua, ma per gli ortodossi Domenica delle Palme, abbiamo assistito alla distribuzione dei rami di salice benedetti che poi vengono intrecciati a mo' di coroncine.






Martenica (leggasi marteniza)

Salta subito all'occhio la "martenica" nastrini o braccialetti di fili bianchi e rossi che ogni Bulgaro indossa alla fine dell'inverno, quando arrivano le cicogne, per un mese e poi abbandona sui rami degli alberi.






Costumi tradizionali


si possono ammirare nei musei etnografici ma anche nelle piazze in occasione di varie festività; solitamente sono scuri arricchiti da coloratissimi ricami e a volte da una cintura di metallo.










i ristoranti tipici espongono costumi e oggetti di artigianato









Tra il perpetuarsi delle tradizioni non può mancare quella delle danze folcloristiche  cui assistiamo






apprezzando nel contempo i piatti della tradizione locale











lunedì 28 maggio 2012

Antologia dei luoghi più belli


Portovenere


In questa stagione di vacanze vogliamo tornare col pensiero in uno dei luoghi più affascinanti del nostro meraviglioso paese, fonte di ispirazione per poeti  e pittori.






la targa, ove è scritta la poesia di Eugenio Montale, si trova in una piccola piazzetta appartata






 ma quello che ha ispirato il poeta e lascia senza fiato i visitatori è senza alcun dubbio la vista della chiesetta di San Pietro ultimo avamposto della terra che si confonde col mare.









sabato 26 maggio 2012

Mondo tombolo

Un lavoro importante: cuscino portafedi








destinato ad una sposa di giugno, è eseguito a punto fiandra a tre paia.






da non confondere con il pizzo chiaccherino, è lavorato con tre paia di fuselli che si tengono contemporaneamente nelle mani. Tipico della scuola di tombolo di Gorizia  è valorizzato dall'utilizzo di un filato sottile.

(disegno di Rosita D'Ercoli) 

giovedì 24 maggio 2012

le mura della città




Visita guidata alla scoperta dei resti delle mura cittadine.



Nell'immaginario collettivo dei cittadini c'è la convinzione che a Cremona le mura siano scomparse con la trasformazione del tratto principale dell'area oggi Viale Trento e Trieste nel Vecchio Passeggio e la demolizione delle 4 porte monumentali: Po, Venezia, Milano e Romana.

In realtà si possono ammirare vari tratti di mura seicentesche lungo via Massarotti/via Amidani, via G. Pedone, e soprattutto lungo via Cadore seguendo il percorso compreso tra le antiche porte di Porta Po Vecchia e Porta Mosa come abbiamo fatto martedì pomeriggio.
 (l'intero tratto misurava km. 5,5 decisamente considerevole per l'epoca)




  


il tracciato delle mura in via Cadore si può seguire sul lato destro della strada, parallelo a V. Giordano, in direzione Porta Po - Porta Mosa seguendo un confine che era alcuni secoli fa lambito dal fiume Po.

Le mura visibili all'inizio della via risalgono alla seconda metà del 600 quando si sentì l'esigenza di rinforzare il sistema difensivo cittadino dopo il grande assedio del 1648.

Proseguendo si incontrano vari fabbricati per la cui costruzione ci si è comportati in maniera differente: o semplicemente distruggendo (era consentito agli inizi del 1900 per facilitare gli accessi alla città) o inglobando nelle facciate o addirittura sfruttandole come basamento.

Abbiamo infatti avuto la possibilità di entrare in un garage dove non solo è conservato un tratto di muraglia, ma addirittura si può osservare come a causa della piena del fiume che in quel tratto doveva essere amplissimo tanto da esser descritto come un lago, si sia avuto un cedimento del muro.

Dalla balconata del giardino della bella villa che sorge a metà circa di via Cadore  si ha una visione del notevole dislivello con la sottostante via del Giordano, mentre poco prima la via Belvedere ricorda nel nome come quello fosse un punto panoramico da cui la vista spaziava sul fiume da S. Sigismondo al Castello.








Mentre della Porta Po Vecchia rimane solo una dettagliata rappresentazione in una carta del 1758, soppiantata come fu dalla monumentale Porta Po che collegava in linea retta il modernissimo ponte in ferro al centro storico, porta poi a sua volta demolita nel 1908, di Porta Mosa risalente al 1230 rimangono i resti con tracce di due volte.

Nella rappresentazione che ne fa Antonio Campi nel 1582 accanto vi era posto anche un mulino e a difesa sorse più tardi il baluardo Caracena oggi inglobato in un parco pubblico.