martedì 20 novembre 2012

Diario di viaggio d'altri tempi

Wien

4/11/1974.


E’ l’ultimo giorno del nostro soggiorno viennese e per la prima volta siamo senza la nostra guida tedesca. Abbiamo già ampiamente programmato la nostra giornata. Dopo la solita rituale e abbondante colazione ci dirigiamo al Prater: in giro ce la caviamo benissimo. Il Prater è un vastissimo parco pianeggiante, ricchissimo di alberi e di uccelli, domina naturalmente la grande ruota, che gira ma che non accoglie passeggeri: non è in funzione.





Da qui proseguiamo per il nuovo quartiere del Danubio, caratterizzato anche questo da 1 immensa zona a parco con varie attrezzature sportive e l’altissima torre (252 m.) dove noi saliamo e dalle piattaforme rotanti del ristorante e del bar abbiamo una magnifica visione sulla città.

 












Dopo una lunghissima camminata torniamo su uno dei tanti ponti che attraversano il Danubio e scendiamo lungo il fiume proprio dove partono i battelli per le escursioni.




 Ritorniamo in centro e pranziamo al ristorante OK che ospita anche un self-service. Qui assaggiamo una specialità locale – una fetta di carne ricoperta di cipolle fritte – con patate e insalata, un ottimo bicchiere di birra e la solita fetta di ottima torta.

Il pomeriggio è tutto dedicato agli acquisti e infatti continuiamo a girare per il centro della città, a piedi con i nostri sacchetti che vanno via via aumentando, fino alle 19.30, con una breve pausa: il tempo di prenderci un tè e una fetta di Sachertorte da Aida.







 5/11/1974.

Ore 7.55 partenza dalla stazione “Vienna sud” (raggiunta dall’albergo con il tram 0). Arrivo a Milano – Lambrate alle ore 20.


OSSERVAZIONI alla fine del diario
 

  1. nei giorni festivi i quotidiani si trovano agli angoli delle strade a disposizione di eventuali compratori che li ritirano da appositi contenitori lasciando in cambio gli scellini. Questo tipo di “self – service” è assolutamente impensabile in Italia.
  2. La mancia è di rigore soprattutto al ristorante e al bar; soltanto al ristorante OK, visto che con noi non c’è la tedesca ci azzardiamo a non lasciarla (per fare un po’ di economia) ma l’occhiataccia della cameriera che esprime rimprovero e offesa ci fa pentire amaramente e facendo le tonte ci precipitiamo fuori dal locale.
  3. La città vive e rivive lo splendore dei tempi passati, ci si sente calare negli anni del  primo novecento e l’esperienza è piacevolissima.
La gente è allegra e ospitale, chiacchiera volentieri, ben disposta ad aiutare (come è successo a noi nel Ring) e a divertirsi.





Fine

 


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