Provenza e Costa Azzurra
13 - 17 aprile
1995
Giovedì 13.4.95
Partenza puntuale alle 6.30. Percorso tranquillo con non molto traffico. Nessun intralcio neanche alla frontiera; in un attimo ci ritroviamo in Francia.
Per quanto riguarda il tempo mentre alla partenza a Cremona sembrava promettere bene via via si va rannuvolando e alla sosta a Nizza ci accoglie una bell’acqua che in men che non si dica ci trasforma in tanti pulcini bagnati anche perché la maggior parte di noi (il gruppo è composto di 45 persone) ha gli ombrelli nelle valigie.
A Nizza ci indirizziamo al mercato dei fiori perché oltre a piovere tira anche vento ed è impensabile passeggiare sulla “promenade des Anglés”. Sostiamo in due chiese per ripararci un po’ mentre stanno predisponendo mazzi di fiori per gli altari del S. Sepolcro.
Il mercato dei fiori e frutta secca sarebbe molto bello se fosse al coperto e non piovesse tanto.
Pranzo al ristorante “Les palmiers” sulle alture a ridosso di Nizza.
Come antipasto portano un’ottima insalata di riso, poi della carne con crocchette di patate e ratatouille; formaggi a scelta: camembert, brie, ecc., frutta e gelato. Il primo incontro con la cucina locale è buono ed abbondante.
Si riparte, verso le 15, costeggiando place Massèna e le meravigliose fontane e giardini di Nizza.
Si prosegue con destinazione Provenza e Linguadoca.
Dopo una sosta ad un bellissimo posto di ristoro, parcheggio e informazioni dove non piove più ma spira un fortissimo vento (le prime avvisaglie del mistral) si riparte per Montpellier dove arriviamo verso le 19.20.
Siamo alloggiati al Novotel (3 stelle) e ceniamo verso le 20.15; cena a base di insalata mista, carne e verdura e dessert. Abbiamo già il primo giorno sperimentato come la cucina locale si fondi sull’aglio. A letto presto.
Venerdì 14.4.95
Partenza alle 8.15 per Nimes dove alle 9 incontriamo la guida.
E qui cominciamo a renderci conto di come scricchioli l’organizzazione: infatti essendo alloggiati a Montpellier cioè in posizione decentrata e considerato che la Guida risiede a Nimes, ogni volta dobbiamo allungare il percorso e perdere tempo prezioso.
La visita di Nimes inizia dalle Arénes (l’arena); antistante a questa vi è una statua recentissima in bronzo rappresentante un torero.
Infatti l’arena d’inverno con struttura ricoperta (che ora è in fase di smontaggio) ospita spettacoli teatrali e d’estate corride sia spagnole (= tori con corna in avanti) e provenzali (= tori con corna verso l’alto); quest’ultime non hanno lo scopo di uccidere il toro ma di recuperare la coccarda che gli è stata appiccicata.
Vediamo poi la “maison carré”, tempio romano perfettamente conservato e seguendo un percorso fra varie fontane arriviamo ai giardini della fontana, bellissimo colpo d’occhio sulla collina sovrastante con fontane, statue, alberi e fiori mentre il solito vento di mistral la fa da padrone.
In cima alla collina sorge la Torre Magna resto della torre di guardia della cinta muraria romana che io e “mami” rinunciamo a vedere da vicino per il vento e la salita.
Percorso a ritroso e via al ristorante “Nimea hotel” di cui non ho un buon ricordo infatti è qui che abbiamo uno dei due pasti peggiori (spaghetti, bistecca o formaggio per chi si attiene al magro del Venerdì Santo) di tutta la gita (l’altro sarà ad Avignone).
Il pomeriggio è dedicato ad Arles. Ma per il mistral furioso rinunciamo alla visita, con R. l’autista, rimaniamo sul pullman nelle vicinanze del luna park.
La comitiva ad Arles visita l’arena, la cattedrale di San Trophine con il chiostro, la piazza con l’obelisco e gli Alycamps ( = i Campi Elisi), necropoli che ha ispirato i pittori impressionisti Gauguin e Van Gogh.
Alla sera in albergo cena con pesce a detta di tutti disgustoso e zuppa di legumi, dolce di pere.
continua...
Nessun commento:
Posta un commento