venerdì 4 gennaio 2013

Diario di viaggio d'altri tempi

Tunisia 





 Tunisia 26/12/75 – 2/1/76



Venerdì 26.12.75

Trascorro una notte agitata, col pensiero fisso del viaggio che sto per fare. Mi alzo molto presto e altrettanto presto mi avvio verso la stazione: il vento mi sferza la faccia e con la valigia pesantissima procedo a fatica. In stazione trovo tre ragazze che potrebbero avere la mia stessa meta, e l’amico ferroviere che gentilmente mi porta la valigia e, una volta giunti a Milano, mi accompagna fino al metrò.
Al terminal dell’Alitalia trovo A., insieme ci avviamo in pullman alla volta di Linate.
Qui già ci preannunciano che difficilmente partiremo essendo l’aeroporto bloccato da 5 gg. a causa della nebbia; tuttavia prima delle 9 siamo a Linate avvolto da una nebbia desolante.
Comincia una lunga attesa, non si sa neppure se e quando l’aereo da Tunisi atterrerà. Il signore che ci riceve per conto dell’Agenzia è un tipo piccolo, grasso, pelato estremamente imbranato (non sa cosa fare e dice continuamente che deve telefonare) che ci fa andare in bestia.
Finalmente ci annunciano che è tempo di registrare i biglietti, mi libero della valigia e dell’accompagnatore e sbrigate le varie formalità mi ritrovo nella sala d’attesa; vado a vedere la pista: è un mare di nebbia. Dopo poco l’annuncio: l’atterraggio è avvenuto a Torino, anche noi partiremo da là (già molti voli erano stati annullati o dirottati a Torino e a Genova).
Scendiamo sulla pista che per l’occasione ha l’aspetto di una grande stazione di autocorriere mentre vediamo la sagoma di un unico aereo fermo (forse il jumbo per New York).
Imbocchiamo l’autostrada per Torino mentre imperversa una fittissima nebbia causa di alcuni incidenti; io sono in crisi violenta di sonno e di fame. Dopo tanta nebbia, a soli 5 km. dall’aeroporto mentre ancora mi chiedevo se valesse veramente la pena d’esser venuti fin qui, un sole magnifico ci illumina tutti e lascia vedere tutto intorno belle cime ricoperte di neve.
Sono le tre abbondanti (il ns/ volo avrebbe dovuto essere alle 11) e dopo esser di nuovo passati al controllo dei bagagli saliamo finalmente in aereo. Prendiamo posto nella penultima fila, vicino all’oblò.






 L’aereo non è molto grande né molto bello e mi sembra che voli piuttosto basso. Vedo benissimo la nebbia che ristagna sulla pianura; è una cosa impressionante, sembra un mare di sabbia: un annuncio del deserto.
Chiarissima appare la Liguria, la Francia meridionale e infine il mare.
Ci viene servita la colazione, graditissima; non so se è per la fame, ma la trovo ottima; piatto di carne e pollo guarnito con arancia e cavolfiori con salsa; antipasto, che mangio dopo, con uovo sodo con pomodoro e finocchi, formaggino e pastina guarnita di crema e fette di mandarino, coca ghiacciata e “nescafé”.
Poco dopo la discesa fra spaventose nuvolacce, atterraggio, fortunatamente, perfetto, all’aeroporto di Cartagine (Tunisi).
Sbarchiamo dunque in Africa; la prima cosa che mi colpisce è la vastità del paesaggio e del cielo; l’aria è dolce (12°), ma ha appena smesso di piovere; c’è un grande senso di pace e un paesaggio molto piacevole a vedersi, con grandi palmizi in primo piano.
Sono immediatamente colpita dalla gente che sembra appartenere ad un altro pianeta. La maggior parte delle donne è velata di ampi mantelli bianchi; gli uomini vestono degli strani mantelli marroni con cappuccio.
L’autista che ci accompagnerà all’albergo ci accoglie con una salvietta azzurra in testa. Il nuovo viaggio in pullman è piuttosto lungo e stanchevole; gran parte della strada è dissestata, si procede a velocità ridotta.
Percorriamo un tratto della periferia di Tunisi, piuttosto movimentata; le sagome scure o bianche delle persone ai lati della strada nel buio della notte mi colpiscono immensamente: mi sembrano membri di qualche strana società e penso che avrei un gran terrore ad uscire sola la sera.
Finalmente dopo circa 2 ore e cioè verso le 19 arriviamo all’albergo.
Il buio è profondo, ma le varie costruzioni bianche spiccano fra le palme; mi sembra molto bello; è inoltre arricchito da decorazioni natalizie in varie lingue. Subito ci viene offerta una bevanda di pompelmo e arancia, molto gustosa, poi ci assegnano la stanza n. 363 dove insieme a dépliants e carta da lettera intestata troviamo un grazioso piatto di mandarini.
Al tavolo ci ritroviamo le 3 ragazze cremonesi che mi sembrava di aver visto in stazione.
In tavola c’è un delizioso pane e ottimo burro. Come primo piatto prendiamo una specialità tunisina…composta probabilmente di peperoni, cipolle e qualcosa d’altro e versato sopra un uovo sbattuto (=fricandeau); per secondo un piatto di formaggi assortiti e infine una coppa di gelato. Ci corichiamo piuttosto presto.






                                                                                   continua...





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