mercoledì 31 ottobre 2012

diario di viaggio d'altri tempi

WIEN
 
31/10/1974 – 5/11/1974.





31/10/1974


Il treno per Venezia parte puntualissimo dalla stazione centrale di MI; per la prima volta seguo una direzione molto diversa da quella per CR e mi trovo un po’ spaesata. Questa sensazione dura poco  poiché a BS scorgo immediatamente tra la gente in attesa sul marciapiede A e la sua amica tedesca.
Il treno è affollatissimo e per un certo tratto disponiamo di un solo posto in tre, ma fortunatamente a VR riusciamo a sistemarci bene.
Verso le 18.45 e con un certo ritardo arriviamo a Venezia. Qui ci affrettiamo a consumare i panini che abbiamo con noi e a riscaldarci con del tè (e con 2 cappuccini, l’amica tedesca); visita al nuovo diurno della stazione e poi via verso il treno 292 che ci porterà in Austria.
Io sono curiosissima (ed anche A lo è ) di fare la nuova esperienza della cuccetta.
La prima sorpresa è che in ogni scompartimento ci sono 6 cuccette e che ognuno deve prepararsi la propria; la nostra sistemazione è ottima perché ci ritroviamo tutte e tre insieme e con noi c’è anche una coppia salita a Mestre; più tardi l’unico uomo russerà sonoramente.
La cuccetta è corredata da un lenzuolo fatto a sacco, una coperta di lana e un piccolo cuscino. All’interno dello scompartimento non fa molto caldo e così nessuno di noi ha il coraggio di spogliarsi; io e la ragazza tedesca ci sistemiamo nelle cuccette più in alto, A in una sotto; da questo momento ognuno spegne la luce. Io ho tempo di meditare su questa esperienza, il movimento del treno, anche se non mi fa dormire (fra l’altro devo anche star attenta a non cadere), mi rilassa piacevolmente; il rumore mi fa credere che stia piovendo, ma fortunatamente non è così.
A Tarvisio, verso l’una, lunga sosta per la dogana, mentre nella cabina il caldo sta diventando insopportabile e così per tutto il resto del viaggio dovrà continuare questa sauna.
Verso le 7 ormai tutti sono in piedi ad osservare i sobborghi di Vienna, mentre il cielo si è fatto tutto rosato; siamo fortunate, si preannuncia una bellissima giornata.






 1/11/1974



Arriviamo alla stazione Wien – sud e subito prendiamo il tram dirette al nostro albergo “GOLDENE SPINNE” (=il ragno d’oro) per depositare i bagagli. La stanza che ci mostrano (mia e di A.) è bella e spaziosa e qui abbiamo subito modo di rinfrescarci. Poi usciamo in cerca di un bar per la 1^ colazione, attraversiamo lo Stadtpark che è molto vicino, dove c’è un caffè, ma apre alle 10, troppo tardi per noi, così la ricerca prosegue, mentre un vento veramente polare ci molesta non poco e quel che è peggio, fa cadere migliaia di foglie dai favolosi colori autunnali; malgrado ciò  il  parco è ancora molto bello.








 Risultata vana la ricerca di un bar, facciamo ritorno al nostro albergo dove ci servono la colazione insieme a un folto gruppo di “arabi” capitati qui.

Alle 10, di nuovo affrontiamo il gelo per dirigerci verso il “Belvedere”, la residenza estiva del Principe Eugenio di Savoia.

 


Si tratta di due fabbricati: il primo abbastanza insignificante, mentre il secondo in posizione più elevata e quindi con bella vista sulla città è uno dei capolavori del barocco viennese; fra i due edifici: giardini, fontane, statue e moltissimi meravigliosi alberi.

L’influenza italiana è evidente secondo me nei giardini (giardini di Boboli).

 




 Notiamo parecchie comitive italiane.
Usciamo e successivamente visitiamo una chiesa dove stanno celebrando la Messa in polacco; poi ci rechiamo a vedere la KarlsKirche, strana costruzione del ‘700 il cui architetto si ispirò al Bernini (cupola). Sulla piazza antistante si svolgono i lavori per la metropolitana. Nelle adiacenze: la sala dei concerti (di Capodanno) e un teatro; il monumento a Beethoven e la pista di pattinaggio (la più importante , 108 anni).
Ripercorriamo il lato sinistro dello Stadtpark, vediamo il monumento di John Strauss figlio e lo spiazzo dove d’estate si tengono i concerti; A ricorda Laziensky (il parco di Varsavia, n.d.a.).



Il primo pranzo viennese lo facciamo al ristorante Dubrovnik , molto bello e con varie specialità nella carta, non solo iugoslave. Infatti qui oltre a bere ottima birra (A coca!) mangiamo una specialità locale: pezzi di pollo impanati e ottime patate fritte. Il vassoio, servito con uno scaldino per mantenere calde le vivande, è enorme e basterebbe per 10 persone; A si serve 4 pezzi, io 2 e ½ e l’amica tedesca 3 e ne avanzano ancora; il cameriere ci propone di farci un pacchetto del pollo rimanente e noi accettiamo; non si tratta di uno scherzo, dopo due minuti è lì col pacco; domani abbiamo il pranzo assicurato.
Chiudiamo con il caffè alla turca; è servito su di un vassoietto tondo di ottone, anche la tazzina è di ottone e ognuno si versa il caffè da un bricchetto con un lungo manico pure di metallo.
Il caffè già zuccherato è molto dolce, denso (quasi cioccolata mi sembra al primo assaggio) e con tanto fondo. Non mi dispiace, sono contenta di averlo assaggiato, ma credo che non lo prenderò mai più.


Ore 14.30 si dovrebbe partire per il giro turistico della città però ci si avvia con ritardo. Percorriamo il lungo Ring, ci  vengono mostrati molto frettolosamente molti edifici ed infine giungiamo a Schombrun per la visita delle 44 stanze della residenza estiva dei sovrani. Le stanze sono molto belle; ciò che colpisce immediatamente è la ricchezza dei lampadari di cristallo di Boemia, mentre alcuni, nelle stanze cinesi, sono ornati di smalti; bellissime anche le stufe decorate in puro stile rococò (avorio e oro) e i pavimenti intarsiati.
Purtroppo diamo solo un’occhiata dall’interno sui giardini di Schombrun (= bella fontana) poiché ormai si fa sera e il freddo è pungente.
Col pullman si torna a vedere il Belvedere e poi in centro.







 Alla fine del Tour entriamo in una pasticceria – bar che fa parte di una catena di negozi di nome Aida. Qui ci prendiamo una bevanda calda (cioccolata) e ci assaggiamo la prima torta del soggiorno viennese.
Ognuna di noi come è normale sceglie una qualità diversa; si rivelano ottime tutte e 3, ma la migliore è quella della ragazza tedesca; è la famosa torta Sacher (durante il tour abbiamo visto l’hotel e il caffè Sacher, è favoloso all’aspetto, ma i prezzi sono proibitivi).
Dopo lunga e penosissima (per il freddo) sosta per prendere il tram (molto belli e nuovi con l’altoparlante che annuncia le diverse fermate e il pulsante col video per prenotare la fermata e scendere) arriviamo rapidamente in albergo; qui non mi aspetta nessuna sorpresa ormai; si dorme alla tedesca (col piumino sopra) e ci sono delle piccole veneziane alle finestre.
(scellini 268)









continua...

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