giovedì 15 marzo 2012

La dote nuziale

in occasione della Festa della donna 2012, Zonta International, sezione di Cremona e Archivio di Stato hanno presentato una interessante ricerca intorno alla dote nuziale.


Archivio di Stato di Cremona - minuziosa descrizione di una dote.


Gli Statuti del Comune di Cremona dell'anno 1388 già ponevano le condizioni cui bisognava sottostare ed erano sempre sfavorevoli alla donna che era considerata "uxor" cioè moglie e madre e incapace di gestire e perfino disporre dei propri beni giacchè la dote era costituita per le necessità della convivenza matrimoniale e la gestione dei beni era affidata al marito che tutt'al più passava alla moglie "lo spillatico" quanto cioè necessitava per comperare spille da balia e qualche stoffa.
Fra le disposizioni: "è stabilito che il marito, qualora non sussistano figli...succeda alla moglie. Tuttavia qualora essi sussistano, la dote spetti ai figli mentre al marito va l'usufrutto. Ancor peggio: "E' stabilito che nessuna moglie possa vendere o donare il corredo...nè la dote, nè fare testamento...senza il consenso e la volontà di suo marito" ed ancora "E' stabilito che i mariti...non siano tenuti nè debbano fare alle moglidonazioni a motivo di nozze...nè alcun altro dono...".

Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza (dal web)


Si sono poi passate in rassegna le nozze di alcuni personaggi di estrazione nobile come BIanca Maria Visconti che portò in dote a Francesco Sforza la città di Cremona e Anna di Dovara andata sposa a Filippino Gonzaga nel 1322: Il documento di redazione conservato nell'Archivio di Stato di Mantova è costituito da una pergamena lunga 2 metri.


Sofonisba Anguissola - autoritratto (dal Web)


Regale può definirsi la dote della pittrice cremonese Sofonisba Anguissola sposa a Filippo di Moncada di Paternò; La dote approntata per lei da Filippo II si può conoscere dal documento conservato nell'Archivio di Stato di Catania.

Vengono descritte poi doti molto meno importanti fatte di lenzuola e "scossali", quelle delle orfanelle e quelle che a metà 800 si dovevano possedere per entrare nel Collegio della Beata Vergine.

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