domenica 5 febbraio 2012

Lunario mese di Febbraio

Santi e Ricorrenze



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Sant'Agata Vergine e Martire



dal sito Santi e Beati






Nasce a Catania nel 235 (?)  e muore il 5/2/251.
Agata il cui nome significa "buona" apparteneva ad una ricca e nobile famiglia catanese, il padre Rao e la madre Apolla, proprietari di case e terreni coltivati, sia in città che nei dintorni, essendo cristiani, educarono Agata secondo la loro religione. Sui 15 anni, sentì che era giunto il momento di consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e durante una cerimonia ufficiale chiamata ‘velatio’, le impose il ‘flammeum’, cioè il velo rosso portato dalle vergini consacrate.    

Il
 
proconsole di Catania Quinziano, ebbe l’occasione di vederla e se ne incapricciò e non riuscendo a convincerla la obbligò a frequentare Afrodisia ed il suo mondo corrotto ma quest'ultima dovette ammettere che Agata "aveva la testa più dura della lava dell'Etna".

Venne sottoposta a svariate torture fra cui l'asportazione dei seni con le tenaglie e il letto di carboni accesi che non riuscirono a bruciare il velo rosso che indossava.

Nella cella riceve la visita di S. Pietro con un angelo che le cura le ferite.
 

Dopo un anno esatto dalla morte, il 5 febbraio 252, una violenta eruzione dell’Etna minacciava Catania, molti cristiani e cittadini anche pagani, corsero al suo sepolcro, presero il prodigioso velo che la ricopriva e lo opposero alla lava di fuoco che si arrestò; da allora S. Agata divenne non soltanto la patrona di Catania, ma la protettrice contro le eruzioni vulcaniche e poi contro gli incendi. 
   
Nel 1040 le reliquie della santa, furono trafugate dal generale bizantino Giorgio Maniace, che le trasportò a Costantinopoli; ma nel 1126 due soldati della corte imperiale, il provenzale Gilberto ed il pugliese Goselmo, le riportarono a Catania dopo un’apparizione della stessa santa, che indicava la buona riuscita dell’impresa; la nave approdò la notte del 7 agosto in un posto denominato Ognina, tutti i catanesi risvegliatasi e rivestitasi alla meglio, accorsero ad onorare la “Santuzza".

Ed è proprio per ricordare il rientro delle reliquie avvenuto di notte che durante i fastosi festeggiamenti che ogni anno si tengono a Catania per 3 giorni che i fedeli indossano il "sacco" bianco.









Sant'Agata a Cremona




Nella chiesa dedicata alla santa catanese oltre alle quattro tele che si trovano nel presbiterio dipinte da Giulio Campi e ispirate al martirio di S. Agata, si conserva sotto una grata settecentesca posta sull'altare di una cappella della navata destra, la preziosissima tavola di S. Agata di autore ignoto di area settentrionale della fine del XIII secolo che raffigura da un lato Madonna con Bambino e scena della Pentecoste e dall' altra le storie della Santa. 

La tavola rappresenta l'involucro della reliquia detta "tavola dell'angelo", piccola lastra di marmo incisa con le parole" Mentem Santam Spontaneam Honorem Deo Et Patriae Liberationem", proveniente dal sepolcro e chissà come arrivata fin qui.









foto di E. Q.

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