Reggio di Calabria
I sapori e gli odori dell'Aspromonte
Si è svolta qualche tempo fa la conviviale della serie Turisti a Tavola, come noto promossa dal Consolato TCI di Cremona, la XIV per la precisione, dedicata al maiale calabro.
Il maiale infatti è elemento fondante della cucina calabra di monte e intorno all'allevamento e alla macellazione si è sviluppata una grande tradizione di riti, usanze e leggende.
Lo abbiamo gustato negli antipasti costituiti da:
Buccularu d'Aspromonte (guanciale di maiale) stagionato 14 mesi, su frisci (biscotti) di granoturco
Surpizzata 'nfumicata di Cardeto (salume affumicato)
Canne palustri trafilate con formaggio pecorino d'Aspromonte ed erbe selvatiche infornate
Il primo piatto è la "Pasta Patrinostréda", fagioli misti della valle del Sant'Agata ed erbe selvatiche accompagnate con biscotti di jurmanu (segale) e curcuci (ciccioli) (=si mangiava la pasta tipo ditali recitando il padre nostro)
Il secondo di carne di maiale arrostita è accompagnato dall'ottimo e rinomato peperone con fenocchio per mitigarne il gusto.
Per concludere i biscotti a plumì di majorca (grano tenero) e jurmanu (tipo di segale) sono biscotti circolari con in superficie una croce incisa e prendono il nome dallo stampo di legno di gelso (plumì). Derivano dalle antiche dominazioni bizantine.
Hialùni, dolce del periodo pasquale (dal greco - calabro = testuggine) che ha forma di tartaruga ricoperto di crema di ricotta di pecora, cannella e zucchero. In tavola un ottimo vino Rosè Malaspina.
Abbiamo, come al solito, trascorso un'ottima serata neanche particolarmente impegnativa dal punto di vista digestivo e calorico, nonostante le apparenze, gustando quello che è una realtà trainante comune dell'economia cremonese e calabra: sua maestà il maiale.
Dico solo una cosa: ti invidio!
RispondiEliminaciao Lella, Buona Settimana!
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