mercoledì 5 settembre 2012

Antologia dei luoghi più belli

Vento a Tindari

Tindari mite ti so
fra larghi colli pensile sull’acque
dell’isole dolci del dio
oggi m’assali
e ti chini in cuore

Salgo vertici aerei precipizi
assorto al vento dei pini
e la brigata che lieve m’accompagna
s’allontana nell’aria
onda di suoni e amore
e tu mi prendi
da cui male mi trassi
e paure d’ombre e di silenzi
rifugi di dolcezze un tempo assidue
e morte d’anima.

A te ignota è la terra
dove ogni giorno affondo
e segrete sillabe nutro
fra la gente petrosa ai sogni:
altra luce ti sfoglia sopra i vetri
nella veste notturna
e gioia non mia riposa
sul tuo grembo.

Fitto è l’esilio
e la ricerca che chiudevo in te
d’armonia oggi si scarna
in ansia precoce di morire
e ogni amore è schermo alla tristezza
tacito passo nel buio
dove m’hai posto
amaro pane a rompere.

Tindari serena torna,
soave amico mi desta
che mi sporga nel cielo
da una rupe e io fingo timore
a chi non sa del vento
che m’ha cercato l’anima.

Salvatore Quasimodo (premio Nobel per la poesia nel 1959)





 Quasimodo scrisse la poesia mentre si trovava per lavoro a Milano ricordando con la suggestione del pensiero la bellezza senza tempo dei luoghi tanto amati e lontani




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